NIENTE DA DICHIARARE?
Fino ad oggi è stata questa la posizione della FNOVI; il Comitato Europeo Difesa Animali onlus si era infatti impegnato a far pubblicare sul sito eventuali osservazioni da pubblicare sul sito tutta la vicenda e sulle valutazioni che lo stesso Comitato ne aveva fatto.
Qui potete trovare la "lenzuolata" di osservazioni scritta dal CEDA con un messaggio di posta elettronica certificata. Possibile che non ci sia un rigo di da commentare, contestare o condividere?
Estendiamo l'invito a tutti i singoli Ordini Provinciali dei veterinari e anche alle associazioni di categoria, tipo ANMVI e - perché no? - Anche a tutti i singoli veterinari che vorranno esporsi con nome e cognome (verificabili), così tutti potranno leggere le valutazione di coloro nelle cui mani mettiamo la salute dei nostri familiari non umani.
Da "cedaonlus" <cedaonlus@pec.it>
A "info@pec.fnovi.it" <info@pec.fnovi.it>
Cc "presidenza@fnovi.it" <presidenza@fnovi.it>
Data lunedì 3 marzo 2014 - 10:16
Re: richiesta conferma dati Vs comunicazione
Spett. Federazione,
(...)
In merito alla cosiddetta compulsività del signor Marchi, e all'invito a rivolgersi alla magistratura, credo siano
indispensabili alcune considerazioni; spero perdonerete la lunghezza del testo, ma la questione necessita
adeguata analisi.
Il signor Marchi si è rivolto alla magistratura per segnalare quanto accaduto sin dal 2009, ma evidentemente i
tempi sono alquanto lunghi, tanto che le denunce devono ancora iniziare il loro iter, come ha constatato
recentemente. Inoltre un procedimento in sede civile (al di là dei tempi lunghissimi) in campo veterinario incontra
due ostacoli ben noti:
- l'esiguità dei risarcimenti, che ben difficilmente riescono a giungere a ristorare il danneggiato, se non per il
puro valore simbolico.
- La difficoltà probatoria, essendo la Vostra categoria totalmente estranea agli obblighi che riguardano i Vostri
colleghi che operano nel campo della sanità umana, come conferma quanto pubblicato in questo link
http://www.ordinevet.mi.it/mod/fileman/files/Cartelle_cliniche_e_professione_veterinaria.pdf
D'altronde la vagamente sarcastica affermazione del veterinario contestato dal signor Marchi, di essere sua
abitudine non lavorare nel desiderio di “dimostrare” bensì di “risolvere” e non aver quindi trattenuto in memoria le
informazioni necessarie per tale altrui necessità è la riprova che nulla è cambiato nel frattempo. Se invece fossero
intervenute variazioni normative, Vi preghiamo di comunicarcele
Non possiamo quindi accogliere la Vostra richiesta di chiedere al signor Marchi di recedere dal suo proposito di
divulgare e far conoscere quanto accadutogli, purché questo avvenga tramite l'utilizzo di mezzi legalmente corretti,
come l'invio di mail a soggetti che abbiano attinenza con l'attività veterinaria e che possono quindi risultare
interessati.
Le numerose risposte ricevute proprio da veterinari, confermano che tali invii possono interessare i destinatari,
trattandosi di argomenti che investono la categoria. Lo stesso dicasi per giornalisti od altri soggetti contattati negli
ultimi mesi.
Ci impegniamo invece – quale condizione vincolante per il nostro sostegno - a chiedere che in tale divulgazione il
signor Marchi si attenga alla massima correttezza e completezza espositiva, verificando direttamente la
documentazione a sostegno delle sue affermazioni (anche per evitare l'imbarazzante necessità di successive
rettifiche dovute a una visione incompleta o superficiale dei fatti...).
Peraltro il fatto che fino ad oggi tutti gli articoli apparsi non abbiano comportato alcuna richiesta di rettifica né da
parte degli Ordini veterinari locali, né da parte Vostra né da parte delle Associazioni dei veterinari (a differenza di
altri casi, come si trova facilmente in rete), non può che farci ritenere la sostanziale veridicità e completezza dei
fatti finora esposti.
E i fatti sono sostanzialmente questi:
- Il signor Marchi è stato vittima di cosiddetta “malpractice” veterinaria; questo lo possiamo dire senza
problemi, perché lo riconoscono diversi veterinari contattati via internet nell'attività “compulsiva” del signor Marchi.
D'altronde anche nell'archiviazione si riconosce che l'intervento non è stato eseguito seguendo le buone pratiche
veterinarie, anche se ben più pesanti sono i giudizi rilasciati sia dal perito di parte, sia soprattutto dal docente
universitario cui si è rivolto l'Ordine (locale, è vero, ma che tuttavia esprime anche il Presidente Nazionale, quindi
con la massima autorevolezza e che legge in copia); avevamo chiesto al signor Marchi – per correttezza
informativa – di poter avere anche la relazione difensiva del perito del veterinario in questione, ma purtroppo ciò
non è risultato possibile non per sua colpa (eppure potevano emergere elementi a supporto delle tesi del
veterinario).
- Detto veterinario ha insistito nel richiedere il pagamento di un simile intervento anche tramite legale,
come documentato dal signor Marchi.
- Da questa storia emerge ufficialmente che per l'Ordine in questione, anche se un veterinario non segue una
buona prassi chirurgica (ed il giudizio del perito nominato dallo stesso Ordine, quindi super partes, è categorico
su quanto sia stata “cattiva”) non è detto che meriti neppure un semplice richiamo scritto (naturalmente
chiederemo conferme a tutti gli altri Ordini, sebbene dubitiamo che si distanzino dall'operato sottoscritto dal
Presidente locale ma anche nazionale).
- Egli ha inoltre dato informazioni quantomeno imprecise all'Ordine, dichiarando che lo scambio di foto era
dovuto ad un errore di archiviazione del collega, mentre poi in sede giudiziaria nella causa per ingiurie che lo ha
visto vincente in primo grado, ha assunto su di sé la responsabilità dello scambio, visto che il collega ha detto in
sostanza di non saperne nulla; d'altronde si capisce che era effettivamente un po' imbarazzante di fronte ai
colleghi sostenere che lui non aveva riconosciuto che stava dando una foto sbagliata di un utero completamente
asportato, rispetto ad uno parzialmente asportato; francamente riteniamo che un simile comportamento sia
riprovevole e soprattutto ne incrini la credibilità, ma prendiamo atto che per l'Ordine tale elemento – una volta
emerso dietro segnalazione del signor Marchi - risulti essere irrilevante.
E quindi questo veterinario – che ha eseguito un intervento al di fuori delle buone pratiche ed ha pure addossato
ad un collega una colpa che non aveva - può proseguire adesso la sua attività senza aver avuto il minimo concreto
richiamo professionale. Possiamo assicurare che ciò è fonte di una certa preoccupazione in chi viene a
conoscenza della vicenda, dato che manteniamo il massimo riserbo sulla sua identità e teme quindi di potervi
avere a che fare.
- Dalla sentenza di condanna, risulta che dire “mi hai aperto il cane per niente” a un veterinario che si è
comportato nel modo che la documentazione fa emergere, è considerato (almeno per ora) penalmente
censurabile. In più il veterinario ha indicato fra le motivazioni che hanno provocato la sua denuncia proprio la
segnalazione all'Ordine....
E' bene che ciò si sappia, affinché eventuali altri clienti sappiano come comportarsi in caso di analoghe
“malpractice” e si trattengano dal fare affermazioni che – come abbiamo potuto constatare dai vari commenti –
chiunque si lascerebbe facilmente sfuggire in un caso analogo.
- Infine è emerso che la documentazione in questione è stata consegnata al legale del signor Marchi solo per
quella che un tempo sarebbe stata definita “graziosa concessione del Sovrano”, in quanto chi espone ai Vostri
Ordini è totalmente estraneo ai procedimenti. Quindi in casi analoghi il cittadino potrebbe non ricevere nulla.
Sulla valutazione di tutto questo, spero converrete, influisce ben poco la numerosità dei carichi pendenti
del signor Marchi e crediamo lo comprendano bene anche coloro che Vi hanno scritto e Vi scriveranno.
Ci permettiamo di far notare che la questione della malasanità veterinaria è un problema tanto rilevante da
essere riconosciuto anche da esponenti noti della Vostra professione
http://notizie.tiscali.it/socialnews/Grazioli/6526/articoli/La-malasanit-veterinaria-un-fatto-vero-e-accertabile.html
E quanto sia sentito il problema fra la gente, una volta conosciuto, lo dimostra il fatto che in pochi mesi la
pagina Facebook dedicata all'episodio ha raggiunto i 4000 aderenti interessati e presumiamo che quando il signor
Marchi attiverà il sito, in cui confluiranno altri casi, la diffusione della questione sarà assai maggiore; un numero
crescente di italiani ritiene il proprio animale un familiare non umano e quindi è bene che sappiano che le tutele
e gli obblighi in caso di malasanità fra un familiare umano ed uno non umano sono abissalmente
differenti e che possono pure essere condannati per ingiurie se non stanno più che attenti a quello che dicono.
Certo, il nostro obiettivo è che si possa giungere a colmare la differenza esistente, ma sappiamo bene che è di
lontana realizzazione; d'altronde non possiamo certo pretendere che i veterinari accolgano felicemente l'idea di
passare dal lavorare con l'idea di “risolvere” a quella di dover anche “dimostrare” di aver voluto risolvere in modo
corretto, per riprendere il nostro veterinario, tenendo, per obbligo di legge e non per facoltà, una cartella clinica
adeguata e dovendo provvedere alla ricerca di un vero consenso informato.
Parificando in sintesi la tracciabilità del loro operato a quello dei loro colleghi attivi nella sanità
umana.
Il nostro sostegno al signor Marchi sarà quindi nel permettergli di diffondere un'informazione veritiera, completa
e corretta, affinché il maggior numero di persone possibile sappia quali siano e in che misura le tutele che
possono avere dagli Ordini e dalla legislazione, invitandole – se condividono – a segnalarVi, in modo civile ma
determinato, la loro insoddisfazione per la situazione attuale, oltre a preparare adeguato materiale
informativo da divulgare per prevenire il “fatto vero e accertabile” di cui parla il dott. Grazioli. La vicenda del
signor Marchi dimostra che dopo è difficile rimediare.
Proprio in tale prospettiva, ritenendo che le buone ragioni di ciascuno possano essere esposte senza remora
alcuna, spero vogliate esprimere la Vostra posizione ufficiale in merito a quanto sopra, chiedendo al signor Marchi
di inserirlo anche nella pagina Facebook che ha aperto e sul sito che aprirà; in questo modo la finalità informativa
di quanto sta facendo sarà pienamente rispettata e potrà esserci un ampio confronto delle diverse visioni sulla
questione, a beneficio della formazione di una valutazione critica da parte dei lettori. Questo anche in
vista delle udienze dei successivi gradi di giudizio cui sta andando incontro il signor Marchi, che avranno ben più
ampia risonanza del primo, in quanto ci risulta che se ne interesserà anche la stampa che già ha trattato il caso.
Con i migliori saluti
Comitato Europeo Difesa Animali onlus
Roberto Tomasi
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