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dicono i veterinari

Articolo tratto dal Notiziario Animalista

Un sondaggio importante


Roberto Marchi continua nel suo grande lavoro utile a tutti, in memoria di Lea, vittima di un caso di malasanità di cui abbiamo parlato nei numeri scorsi.
Nei mesi di ottobre e novembre ha infatti scritto - ad uno ad uno - a circa 2.500 veterinari privati una mail, ricavandoli dal sito messo a disposizione dalla FNOVI per contattare i veterinari. Eccone il contenuto:

Egregio dott. XXXX
ho trovato il suo indirizzo su internet e mi permetto di scriverle in quanto si tratta di informazioni che possono essere di suo interesse. Sono Roberto Marchi e ho vissuto un evidente caso di malasanità veterinaria sulla mia cagnetta Lea, affetta da una presunta piometra. Ho potuto constatare che purtroppo, in una situazione ampiamente documentata come la mia, l'autodisciplina degli Ordini, non mi ha tutelato efficacemente quando ne ho chiesto l'applicazione; almeno così appare a tutti coloro che leggono la mia storia e i relativi documenti.
Roberto racconta il caso mettendo le foto che dimostrano che quella consegnatagli dal dott. Omissis non poteva essere quella riguardante Lea, spiegando di non aver mai ricevuto quella vera (ricordiamo che il veterinario disse che c'era stato uno scambio di foto) e indicando la pagina web da cui scaricare la documentazione.
Spiega che l'Ordine di competenza ha archiviato il caso, e che dalla sede nazionale gli hanno detto di rivolgersi alla magistratura; il suo legale invece gliel'ha sconsigliato sia perché l'entità del risarcimento sarebbe sicuramente inferiore alle spese legali, in quanto la sofferenza causata a un cane per un'operazione inutile sarebbe risarcita dopo anni solo in modo simbolico, sia perché il mancato obbligo di far sottoscrivere un consenso informato e di tenere una cartella clinica rende molto più difficile dimostrare in giudizio quanto accaduto, tanto più quando l'Ordine di appartenenza non ha trovato nulla di concreto da ridire.
Quindi spiega che per rendere giustizia postuma a Lea ha preferito fare un sito in cui raccontare la storia e pubblicare tutti i commenti dei veterinari che risponderanno a uno o più dei quesiti che espone.
Questo  per dimostrare che non si tratta di una contestazione generica alla categoria.
Gli interventi – si conclude - saranno pubblicati in forma anonima, salvo espressa autorizzazione; chi invece non volesse saperne più nulla poteva semplicemente rispondere "annullare".

i quattro quesiti


- l'Ordine di Brescia  (a cui il veterinario appartiene) ha archiviato il caso, come può leggere nella pagina della documentazione; vedendo la documentazione, Lei è d'accordo o  ritiene che la mia vicenda dovrebbe essere riesaminata?
- Lei fa sottoscrivere un modulo di consenso informato?
- Lei per i suoi pazienti non umani tiene una cartella clinica?
- Ritiene che queste prescrizioni debbano essere espresse in una legge come è avvenuto per i pazienti umani?

Su 2.500 missive personalizzate, hanno risposto circa  centoventi veterinari, quindi poco meno del 5%. Ne è emerso un quadro estremamente variegato; vediamo un po'  (il numero che vedete vicino ai testi è quello di pubblicazione sulla pagina www.maipiucomelea.it/risposte.html)


risposte generiche di cortesia


Quasi la metà non entrano nel merito delle questioni, spesso sono molto stringate:

(7) - grazie per le informazioni. La correttezza e l'onestà sono la base di un bravo medico. Saluti

(4) - Le esprimo la mia più totale solidarietà.

(65) - malandrini cosi ce ne sono tanti, non siamo tutti cosi, lo ricordi. Con affetto.

(78) – Buonasera, grazie della sua mail e mi dispiace per il cane. Giustamente lei si è rivolto all'Ordine professionale competente per zona nel quale si valutano situazioni di questo tipo. Distinti saluti.

levarsi di torno prego...


Più di un decimo gli dicono in sostanza di non scocciare; alcuni rispondendo semplicemente di annullare, altri addolcendo la pillola, come questo "capolavoro" di diplomazia (e ipocrisia):

(52) Buongiorno signor Marchi, capisco la sua situazione emotiva per la perdita di Lea, purtroppo non mi sento di dare pareri su fatti che non conosco, l’unica cosa che posso dirle è che la capisco e le sono vicino sia come medico che come proprietario di cani.
La prego di annullare. Cordiali saluti

Alcune sono decisamente drastiche:

(2) - Lei ha del buon tempo, lo usi per fini più importanti e socialmente utili.

(102)- Non so come Lei sia venuto in possesso del mio indirizzo mail   ma è ovviamente una violazione della privacy. Se in futuro riceverò altre mails che violano questo diritto sarò costretta ad avvalermi delle vie legali.

Evidentemente Roberto ha ricordato alla veterinaria in questione che aveva messo a disposizione per contattarla il suo indirizzo in diversi siti ....
Se il vostro veterinario mostrasse una simile sensibilità di fronte a un caso di malasanità veterinaria vi preoccupereste non poco, o no?
Una delle più curiose, per il tentativo di scoraggiare Roberto mostrando viva solidarietà (evidentemente fasulla), è questa:

(37) - Gent.mo Signor Roberto, comprendo benissimo il Suo dolore e la Sua rabbia, mi creda, non sono parole di circostanza. Ma avendo 30 anni di professione alle spalle, avendo anche avuto l'onore/onere di essere stato in passato segretario dell'Ordine di XXXX per parecchi anni, Le devo chiedere gentilmente di annullare gli invii alla mia mail. Questo perchè, pur essendo pienamente d'accordo con Lei, pur approvando pienamente le Sue istanze, so anche che la Sua è purtroppo una triste battaglia contro i mulini a vento.
Glielo assicuro, ma Le auguro comunque di ottenere quel poco di soddisfazioni, che in ogni caso non Le daranno mai giustizia per la sofferenza che prova per la mancanza della cara Lea. Con simpatia.

In pratica: non farti più vedere e vedi di piantarla, tanto non otterrai nulla. E meno male che c'è la simpatia....
Per fortuna – come potete vedere anche dal sito – ci sono risposte ben diverse, di solidarietà ed attenzione.

per vedere l'effetto che fa


Oltre il 95% dei veterinari non ha quindi risposto. Ma che effetto ha avuto la lettera? Ce lo indica involontariamente uno di questi, che ha inviato (per errore sicuramente) questa mail a Roberto:

Ciao a tutti,
qualcuno di Voi ha ricevuto analoga mail?
Inquietante……
E’ stato aperto anche un sito internet!!!!!!
Che faccio? rispondo?
Si accettano tutti i consigli!

Altri invece l'hanno scritto apertamente:

(13) - Per quanto possa servire La assicuro che il sentimento diffuso nella categoria è che noi veterinari non ci siamo usciti benissimo.

(14) - Unica cosa su cui non sono in accordo con Lei è la pubblicizzazione di questo fattaccio accaduto a Lea: siamo in Italia e porterà al "fare di tutta l'erba un fascio"… e chi ci perde alla fine sono sempre i soliti: quelli che fanno al meglio il loro lavoro!!!! infatti la nostra nazione premia i mediocri e gli imbroglioni: sono loro che, ufficialmente inesistenti o "nascosti", rappresentano il DISONORE della mia categoria!


In realtà non è così perché Roberto ha dato a tutti la possibilità di mostrare il contrario esponendosi con nome e cognome, ma solo due o tre hanno accettato di farlo.

L'Ordine deve rivedere il caso?


Il giudizio sull'operato dell'Ordine è poco gettonato, ed i pareri sono spesso contrastanti:

(3) - non posso giudicare l'operato del Consiglio dell'Ordine di Brescia poichè non sono addentro ai fatti, spiacente. Da quel che dice in questa mail appare evidente che la situazione non dovrebbe essere archiviata sbrigativamente.

(32) - Mi stupisce molto l'archiviazione del caso da parte dell'Ordine perché forse gli estremi almeno per un richiamo io personalmente li avrei trovati e perché conosco il dr. Penocchio (presidente dell'Ordine di Brescia NdR) ed è proprio come gliel'hanno descritto gli altri colleghi (cioè molto serio NdR).

(72) Sul fatto che l'Ordine di Brescia non l'abbia tutelata me ne rammarico. Quanto meno, di fronte a tali evidenze, un richiamo ufficiale al Collega ci doveva stare.

(33) - L'ordine è un organo che ha tutto l'interesse a tutelare i proprietari degli animali, quindi sono convinta che se c'erano le condizioni, il collega sicuramente sarebbe stato richiamato.

Alcuni però sono molto perentori:

(10) - che gli Ordini professionali tutelino solo i loro iscritti è cosa risaputa; per me sarebbero da abolire.

(8) - L'Ordine dei Medici veterinari ha l'obbligo morale ed etico di non mettere a tacere la questione. Ma si sa che in Italia si   tutela più il "colpevole" che la vittima.

(17) - L’unico motivo per cui un veterinario può essere radiato dall’Ordine è, banalmente, non pagare l’Ordine stesso (la quota di iscrizione annuale). Per il resto, c’è un veterinario a xxxxx, che ha fatto traffico di cuccioli dall’est Europa insieme ad un negozio di animali, ma è solo stato multato ed il negozio è stato fatto chiudere per un breve periodo.

(53) Quanto al discorso Ordine, ritengo siano   una delle istituzioni più inutili   ed obsolete che esistano in Italia.
Di notevole interesse è questa mail che fornisce una interessante spiegazione di come vanno le cose:

(43) Quando un professionista viene segnalato   per mal pratica di solito l'Ordine decide di aprire un inchiesta, chiama l'interessato,   lo interroga dopodiché decide se aprire o meno un procedimento disciplinare nei confronti del veterinario. Se il procedimento viene aperto, il professionista viene convocato per contestargli gli articoli non rispettati del codice deontologico. Quando si tratta di una procedura pratica non eseguita correttamente come può essere nel suo caso l'intervento chirurgico,   il problema è molto più complesso perché un consiglio difficilmente può contestare un errore tecnico per il semplice fatto che il consiglio e' costituito da veterinari come l'imputato per cui non sono professori o altre figure professionali diciamo con conoscenze superiori specifiche tali da contestare l'operato del veterinario. Di solito quando viene convocato il veterinario per il procedimento disciplinare viene accompagnato da un avvocato che in caso di contestazione tecnica da parte dell'Ordine ci mette meno di 5 minuti a smontare la tesi accusatoria proprio per il motivo sopraindicato con il rischio che il tutto sia archiviato.   Più logico e' un procedimento legale dove il tribunale nomina un perito che è un veterinario che fa una relazione tecnica super partes e in base a quella ci si basa per il processo. Se il veterinario viene condannato, l'ordine provvederà al procedimento disciplinare.

Già, ma l'Ordine il perito lo aveva nominato nel professore universitario, tuttavia il suo parere non è stato considerato granché, visti gli esiti; inoltre bella tutela che darebbero gli Ordini...

consenso informato
e cartella clinica


Questi quesiti hanno avuto la maggioranza delle risposte e mostrano una situazione eterogenea:

(10) - Già da molti anni nelle strutture dove lavoro e che dirigo facciamo sottoscrivere il consenso informato; senza cartelle cliniche - nell'era dei computer - sarebbe ridicolo lavorare.

(19) Per quanto riguarda le cartelle cliniche ed i consensi informati siamo ancora in alto mare; i miei pazienti hanno tutti una cartella clinica, ma le confesso che personalmente non faccio firmare, ahimé i consensi informati. I clienti vengono personalmente informati a voce, ma mi rendo conto che non dovrebbe essere così, ne chiedo venia.

(49) Non tengo una cartella clinica propriamente detta, ma scrivo sul libretto sanitario ogni visita o intervento che faccio.

(54) Io non faccio firmare il modulo di consenso all'operazione, non perché non voglio ma perché ho paura che un proprietario   pensi che voglio " scaricare" le responsabilità di un mio operato. Non tengo le cartelle cliniche (il mio programma gestionale non mi dà la possibilità di archiviarli), ma rilascio certificati di quello che ho fatto.

una normativa come per gli umani?


Anche questa è stata considerata una domanda "spinosa" che ha visto rispondere solo un terzo degli interessati, ma c'è di tutto e di più.

(86) Non c’è bisogno di una legge, basta il buonsenso…

(81) Per quanto riguarda il terzo quesito, come Le dicevo, esiste già una legge in materia di consenso informato (noi come membri del Consiglio dell'Ordine, è la prima cosa che esigiamo dai Nostri iscritti in caso di controversie!). Per quanto riguarda le cartelle cliniche, non avrei nessun problema se fossero obbligatorie per legge.

(91) Spero vivamente che il tutto diventi obbligatorio per legge e che tali leggi (soprattutto in ambito di monitoraggio anestesiologico e controllo del dolore) tutelino i vet onesti e in qualche modo giustifichino la differenza di prezzi tra una struttura e l'altra. Cordiali saluti.

(107) non ritengo che si sia o si diventi seri e responsabili "per legge", come peraltro la sanità umana a volte purtroppo dimostra.

(73) Ritengo senz'altro che queste pratiche dovrebbero sempre essere eseguite e onestamente penso siano già obbligatorie.

(99) Alla luce di tutto questo, io sono assolutamente a favore di una legge che tuteli i nostri pazienti e i vet seri, ponendo un po' di regole in questo far west. C'è però il rischio di arrivare alla demenza opposta, con vet che rischiano di diventare burocrati come i medici di base, con però il nostro solito guadagno misero.

(105) Per quanto riguarda una eventuale regolamentazione della materia, è certo che ce ne sarebbe bisogno.

vie legali sì o no?


Dalle risposte emerge anche una disparità di giudizi sul fatto che l'avvocato di Roberto gli abbia sconsigliato in queste condizioni di intentare una causa civile per danni.

(17) Le auguro di rasserenarsi e, anche se non è giusto, di seguire il consiglio del suo avvocato, che onestamente le ha detto che non otterrà nulla tramite le vie legali.

(6) Se vuoi puoi fare causa e il   tuo avvocato sbaglia a dire che non ne vale la pena anche perché tu ne hai avuto un danno esistenziale.. se vuoi vediamo come mettere giù la perizia.

(29) Ciò detto, se nel suo caso c’è stata malpractice e secondo lei l’Ordine di Appartenenza non ha giustamente valutato il caso, ritengo sia meglio procedere per vie legali piuttosto che fare petizioni su facebook.

(5) Il suo legale è stato accorto e sincero: una eventuale azione legale non farebbe altro che acuire il suo dolore, trascinandolo per anni e non porterebbe alcun vantaggio.

In effetti la posizione di rivolgersi alla giustizia civile (la cui incredibile rapidità ed efficienza ci è notoriamente invidiata nel mondo) era anche la posizione della FNOVI.

uno spaccato della professione


Molte lettere sono assai lunghe e danno l'occasione a diversi veterinari di esprimere la loro visione professionale.
Ne emerge un'attività da molti amata ed esercitata con passione ed entusiasmo, ma anche la frustrazione per il mancato riconoscimento del loro impegno da parte di clienti che considerano solo il lato economico, per l'esistenza di numerosi colleghi assai poco professionali e una certa "insofferenza" nell'essere considerati i parenti poveri dei medici per umani e quindi sottopagati; evidentemente non c'è paragone fra i redditi dei medici veterinari e quelli dei medici umani, e questo è dovuto principalmente al fatto che il costo sanitario ricade interamente sui cittadini, che spesso non hanno i mezzi  neppure per pagare le proprie di cure (si pensi al dentista per gli anziani).

(25) In questa triste vicenda lei ha iniziato a squarciare un velo su una professione tanto mitizzata, quanto banalizzata. Purtroppo spesso considerata sanità di serie B, assolutamente sottopagata, tassata come se l'animale fosse un bene di lusso e non un familiare…e diciamolo una volta per tutte! il nostro cane o gatto diventa un familiare.

(41) posso solo dirle che quanto le è accaduto è la punta di un iceberg... intendiamoci, so per certo che la categoria dei Medici Veterinari per animali da compagnia è composta per gran parte da professionisti seri e scrupolosi, ma è altrettanto vero che a tali Professionisti si contrappongono anche un gran numero di individui dotati di laurea che di professionistico hanno ben poco.

(70) - Purtroppo la situazione in Italia dei veterinari è allo sbaraglio e questo per molti motivi che ritengo inutile stare a descrivere adesso. L'ideale a mio avviso sarebbe costituire la stessa catena che esiste per la sanità umana. Medici di famiglia ben preparati che sappiano gestire attraverso strutture specialistiche di fiducia le varie problematiche del paziente. Lo specialista così oltre che lavorare veramente sul campo di cui ha maggior esperienza, è mediato dalla figura di riferimento di fiducia, che è il veterinario di base. Il cliente non è lasciato solo né di decidere eventuali procedure a rischio, né di scegliere la struttura più idonea.

(15) Non c'è nessuno che dica pubblicamente e chiaramente che se vogliamo degli interventi di qualità dobbiamo partire da dei costi che siano congrui rispetto alla difficoltà degli stessi (che sia il cittadino privato o lo Stato a pagare). Si sputa pubblicamente sul veterinario che lavora "da macellaio" e poi, di nascosto, lo si premia scegliendolo come medico a cui far eseguire l'intervento sul proprio animale, perchè comunque "costa meno" (a quel punto la "qualità" non ci interessa più). Le tariffe delle nostre prestazioni sono 5-10 volte più basse di quelle di medicina umana, eppure noi dobbiamo (o dovremmo) mantenere gli stessi standard qualitativi. Ma come si fa? Io ricevo ogni settimana telefonate di persone che mi chiedono il prezzo della sterilizzazione del proprio animale, solo questo e poi attaccano la cornetta. Poi, queste persone, chiamano gli altri colleghi della città e alla fine scelgono quello col preventivo più basso (e la qualità più bassa). Ma mai nessuno mi ha chiesto, in queste telefonate,   oltre al prezzo, come   eseguo l'intervento, con quale tecnica, con quale personale, con quale anestesia. Eppure io ho l'anestesista, i monitoraggi, l'anestesia gassosa etc... Mi dica, in questo contesto viene incoraggiato, secondo Lei, il veterinario che lavora bene o il veterinario macellaio?

(12) Sicuramente per quanto mi riguarda io gestisco uno studio veterinario e mi appoggio a colleghi, come dovrebbe essere sempre. La favola che un medico veterinario sappia fare tutto è una favola e come avviene in medicina umana dovrebbe avvenire anche in medicina veterinaria. Molto spesso non avviene a causa di vari fattori: colleghi che han timore di perdere il cliente se va dallo specialista o proprietari di animali che vogliono tutto lì senza spostarsi. Te lo dice chiaramente un medico che invece ha sposato la scelta di appoggiarsi a vari colleghi e di occuparsi principalmente di medicina interna e dermatologia ma che ogni giorno si trova clienti differenti che hanno mentalità totalmente differenti e magari ti guardano stranito se li mandi a 10 km dal tuo studio per fare una ecografia specialistica (...) Ogni giorno affronto clienti che vorrebbero l'eutanasia senza nemmeno farmelo visitare o che arrivano in studio e mi chiedono un farmaco per una malattia che mai è stata diagnosticata da un medico ed io devo spiegare, a volte anche litigare, per il bene del loro animale.

situazione allo sbaraglio


Situazione allo sbaraglio, punta di un iceberg, far west. Queste sono alcune delle espressioni per esprimere il proprio disagio.
E questo dovrebbe allertare estremamente tutti coloro che hanno un familiare non umano.
Prendiamo questa risposta:

(76) Se non le risultasse eccessivamente complicato,
preferirei in assoluto di non ricevere comunicazioni riguardanti l'attività professionale di   Colleghi Veterinari.
In merito a questo caso, non vedo come possa minimamente riguardarmi l'esito dell'intervento chirurgico, nè mi sembra ci sia stato alcun caso di malasanità. Se intende avvalersi delle mie prestazioni professionali, è pregato di portarsi direttamente presso la mia struttura, l'indirizzo lo troverà su internet, così come ha trovato la mia mail. Saluti.


Non c'è alcun caso di malasanità per Lea! Ma chi può aver bisogno delle prestazioni di un veterinario che la pensa così? E quanti ce ne saranno come lui? E se anche il vostro la pensasse come lui?
Per fortuna ce ne sono anche altri che danno ben altra idea di professionalità, a titolo di esempio questa, ma anche tante altre.

(88) Gentile sig. Marchi, ritengo che i fatti da lei esposti, se avvenuti per come lei dice (e non ho motivi per non credere a lei ed al dr. Zatelli), siano di per sè gravissimi e mortifichino il lavoro di chi, con pazienza, dedizione ed onestà, giorno per giorno cerca di dare senso e dignità a questo difficile lavoro.
Non posso che esprimerle la nostra solidarietà e mi congratulo con lei per la determinazione con cui sta portando avanti la sua difficile battaglia.
La mia risposta alle sue domande (tranne alla prima parte della prima) è sempre sì, ed in questo siamo (e saremo sempre) dalla parte dei malati e di chi li assiste. Non entriamo in merito alle scelte dell'Ordine perchè spesso questo organo si trova intrappolato fra mille leggi e leggine per cui il suo operato sanzionatorio risulta troppo spesso inespresso. Divulgheremo la vostra storia, sperando possa essere un monito per tutta la nostra categoria e di aiuto per chi ha ricevuto un torto. Grazie per averla condivisa con noi. Buona fortuna.


vale la pena di continuare


Questo l'invito contenuto in una mail:

(39) Credo, in ogni caso, che valga la pena di continuare a combattere questa battaglia, di non abbassare la guardia e di proseguire a far sentire la Sua voce che, unita a quella di altre persone, possa essere un domani in grado di gettare nello stagno un sasso grazie al quale, in un futuro che spero sia prossimo, possano generarsi delle onde capaci di smuovere qualcosa a favore dei nostri beniamini con la coda.

E Roberto intende continuare! ha già in progetto di scrivere a tutte le università, ai parlamentari, ai giornalisti, alle associazioni di consumatori, vuole stampare materiale informativo da distribuire, sensibilizzare le associazioni animaliste e istituire la giornata in memoria delle vittime della malasanità animale e pubblicare sul sito altri casi.

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