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 L'articolo del marzo 2013 che vedete è di estremo interesse perché scritto da un veterinario assai noto. Il pezzo che fa più riflettere di questo articolo è questo: Un esempio? Nessun veterinario è obbligato a ossigenare un paziente in anestesia generale né a monitorizzarne cuore, respiro e pressione, mentre è consentito operare usando fenciclidine iniettabili che nulla sono se non degli immobilizzatori chimici che tengono in qualche modo fermo il cane o il gatto in modo che il chirurgo possa fare il suo lavoro, senza però togliere adeguatamente il dolore durante e dopo l’intervento. Come se vi operassero con due che vi tengono stretto e una corda tra i denti. Questo è solo un esempio, ma vi posso garantire che in questo momento in decine di ambulatori veterinari in Italia quanto racconto sta realmente succedendo.

Avete capito perché vi dico che la malasanità veterinaria è un problema ancora
troppo sottovalutato?


LETTERA AI DOCENTI

UNIVERSITARI



Ho inviato la mail che potete leggere a circa un migliaio di docenti universitari delle facoltà universitarie italiane (potete leggerla cliccando sull'immagine);  sono loro infatti che formano la classe veterinaria e ho voluto esporre il mio caso per chiedere loro di dare il massimo rilievo alla questione etica, perché il comportamento menzognero di chi ha operato Lea dimostra in modo inequivocabile di non aver imparato molto bene a suo tempo il significato di  "correttezza professionale".


Ecco le risposte

LETTERA AI VETERINARI

dato che la storia di Lea è un evidente caso di malasanità veterinaria, ho voluto cercare su internet tutti gli indirizzi dei veterinari e ne ho già trovati circa tremila.
Sto scrivendo a tutti presentando il caso di Lea e chiedendo quattro cose:
- Lei è d'accordo con l'archiviazione dell'Ordine o ritiene che la mia vicenda dovrebbe essere riesaminata?
- Lei fa sottoscrivere un modulo di consenso informato?
- Lei per i suoi pazienti non umani tiene una cartella clinica?
- Ritiene che queste prescrizioni debbano essere espresse in una legge come è avvenuto per i pazienti umani?

Ecco le risposte

NIENTE DA DICHIARARE?


 Niente da dichiarare? È la tipica domanda che vi viene fatta dai doganieri quando si attraversa un confine e di norma la risposta è "no, niente", anche semplicemente scuotendo la testa.
La domanda la faccio ai veterinari e alle loro organizzazioni (prosegui).

VETERINARI CORAGGIOSI

 Chi sono i veterinari coraggiosi? Quelli che hanno il coraggio di dichiarare - firmando con nome e cognome - ciò che a tutti coloro che hanno letto la storia di Lea appare evidente.
Ce ne sono? Quanti sono? Lo vedremo passo passo (prosegui)

ROBERTO STAI SERENO...


Non è la scopiazzatura di un hashtag renziano su twitter, ma quanto mi scrive una veterinaria; ben si guarda dal contestare il collega che ha operato Lea, ma che spera probabilmente così di consolarmi. In questa pagina troverete tutti i commenti e le discussioni "telematiche" intercorse via e-mail o su Facebook privatamente. Naturalmente appariranno i nomi solo di coloro che hanno esplicitamente autorizzato la pubblicazione, degli altri sarà messo un nome di fantasia.

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